30 Novembre 2007 di Mezzapelle Vito
L’alberello ha trovato difussione negli areali viticoli di più estrema latitudine, potendosi trovare, i Italia, sia in Valle d’Aosta sia in Sicilia per opposte ragioni. La sua estrema vicinanza al terreno e le sue ridotte esigenze idriche fanno preferire l’alberello dove il clima rappresenta il più importante fattore limitante, cioè dove si verificano ridotte somme termiche nel corso dell’annata o dove le piovosità sono molto limitate (Sicilia). Oltre alle citate regioni italiane, l’alberello è diffuso anche nelle zone settentrionali, quali Francia, Germania, ecc., così come in altre del Bacino del Mediterraneo.
27 Novembre 2007 di Mezzapelle Vito
È una forma di allevamento a potatura mista, presente in Italia da tempi ormai remoti, anche se chi per primo lo teorizzò fu un viticoltore francese verso la metà del XIX secolo. Il Guyot è, nella sua forma classica, un sistema a ridotta espansione; si presta ai terreni di scarsa fertilità e più siccitosi di collina, dove la vite presenta, nella generalità dei casi, uno sviluppo contenuto.
26 Novembre 2007 di Mezzapelle Vito
Si tratta di una forma di allevamento con notevoli prospettive di meccanizzazione e capace di fornire prodotti di qualità.
Tale forma di allevamento è costituita da un fusto alto 60-100 cm, che si prolunga orizzontalmente in un cordone permanente, di lunghezza variabile da 1 a 2 m, sul quale sono inseriti, alla distanza di 15-30 cm, speroni di 2-4 gemme. Il cordone speronato si adatta bene a terreni di media fertilità, anche asciutti, ed a vitigni che presentano una buona fertilità delle prime gemme del tralcio a frutto.
23 Novembre 2007 di Mezzapelle Vito
Antico e pregiato vino siciliano di cui la storia risulta, controversa e satura di leggenda. Il vitigno Malvasia venne importato dai primi colonizzatori greci intorno al 588 a.C. nell’isola di Salina, se ne hanno testimonianze certe già intorno al 1500, l’antica Dirime, dove il terreno di origine vulcanica ben arieggiato e ventilato è posto a trecento metri sul livello del mare…
10 Novembre 2007 di Mezzapelle Vito
6 Novembre di ogni anno inizia la commercializzazione del vino novello, negli ultimi dieci anni, la moda del "novello" si è diffusa oltremodo fra consumatori e produttori, italiani e mondiali. Questo metodo di vinificazione, consiste nella produzione di etanolo dagli zuccheri con l’impiego degli enzimi della cellula; le re di produzione in etanolo sono simili a quelle di una fermentazione alcolica.
9 Novembre 2007 di Mezzapelle Vito
Le origini della Malvasia risalgono fin dai tempi antichi (V secolo a.C.), e la sua inportanza si è sempre perpetuata nel tempo.
Le più antiche monete di Lipari recano impressa tralci, grappoli e l’immagine di Efesto accanto al “Kantaros” pieno di “nectar deorum” o in atto di offrirlo agli Dei, a testimonianza delle antiche origini della coltivazione della vite e della sua importanza nella vita economica di queste terre vulcaniche, legate alla gloria ed alla soavità del pregiato vino liquoroso.
22 Ottobre 2007 di Mezzapelle Vito
I Cabernet hanno un origine assai antica ma incerta come zona geografica. Il Cabernet sarebbe l’antico ceppo della Biturica che si è conservata a Bordeaux anche con il sinonimo di “Verdure” (tale termine deriva dalla contrazione di “vigne dure” e starebbe ad indicare la durezza del tralccio).
Plinio nel 71 d.C., riferisce che a Bordeaux esistevano vigneti piantati dalla tribù dei Biturigi e quindi la vite coltivata fu chiamata “Vitis Biturica”; Columella sostiene che la “Vitis Biturica” altro non era che la “Balisca” varietà proveniente dall’Epiro; sarebbe Durazzo, in Albania il luogo d’origine della Balisca.
Dalla Balisca dovrebbe discendere la famiglia varietale dei Carmeneres o Carmenets, comprendente il Cabernet Sauvignon, il Cabernet Franc, il Merlot, il Petit Verdot. Columella sapeva che diverse province romane dell’Iberia (Spagna) coltivavano la Balisca ed in particolare anche nella Rioja, assai vicina alla zona di Bordeaux, che avrebbe asportato la varietà ancestrale in Gironda.
18 Ottobre 2007 di Mezzapelle Vito
Lo Champagne è un vino spumante famoso in tutto il mondo e comunemente associato ai concetti di lusso e festa; prende il nome dalla regione della Champagne , situata nel nord-est della Francia…
13 Ottobre 2007 di Mezzapelle Vito
L’orientamento del mercato verso vini bianchi dotati di maggiore corposità, rotondi e ben tipicizzati, ma nel contempo stabili, ha fornito la spinta verso ricerche applicate che potessero fornire indicazioni utili al raggiungimento di tale obiettivo. La presenza nel vino di polisaccaridi lo rende strutturalmente più completo e stabile nei confronti delle precipitazioni, avendo queste sostanze influenza diretta sugli organi recettori delle sensazioni di rotondità e morbidezza e, nel contempo, funzioni di colloidi protettori. I polisaccaridi del vino hanno origine dalle uve che apportano polisaccaridi acidi, dai lieviti che liberano glucani e mannoproteine e da uve colpite da Botrytis cinerea che può secernere glucani.
11 Ottobre 2007 di Mezzapelle Vito
L’effetto delle macromolecole definite “colloidi protettori” sulla stabilità dei vini é nota da lungo tempo. Negli anni scorsi la tendenza generale è stata piuttosto di eliminare con filtrazioni o chiarificazioni drastiche questi colloidi che limitano l’efficacia dei trattamenti fisici di stabilizzazione. Tra le molecole colloidali alcune hanno per origine l’uva, si tratta di tannini, polisaccaridi pectici, proteine. Altri sono di origine fungina, come i glucani della Botrytis cinerea o le mannoproteine liberate dai lieviti nel corso della fermentazione alcolica o dell’autolisi. Queste ultime presentano proprietà stabilizzanti nei confronti degli intorbidamenti proteici e delle precipitazioni tartariche.