26 Novembre 2007 di Mezzapelle Vito
Si tratta di una forma di allevamento con notevoli prospettive di meccanizzazione e capace di fornire prodotti di qualità.
Tale forma di allevamento è costituita da un fusto alto 60-100 cm, che si prolunga orizzontalmente in un cordone permanente, di lunghezza variabile da 1 a 2 m, sul quale sono inseriti, alla distanza di 15-30 cm, speroni di 2-4 gemme. Il cordone speronato si adatta bene a terreni di media fertilità, anche asciutti, ed a vitigni che presentano una buona fertilità delle prime gemme del tralcio a frutto.
10 Novembre 2007 di Mezzapelle Vito
6 Novembre di ogni anno inizia la commercializzazione del vino novello, negli ultimi dieci anni, la moda del "novello" si è diffusa oltremodo fra consumatori e produttori, italiani e mondiali. Questo metodo di vinificazione, consiste nella produzione di etanolo dagli zuccheri con l’impiego degli enzimi della cellula; le re di produzione in etanolo sono simili a quelle di una fermentazione alcolica.
18 Ottobre 2007 di Mezzapelle Vito
Lo Champagne è un vino spumante famoso in tutto il mondo e comunemente associato ai concetti di lusso e festa; prende il nome dalla regione della Champagne , situata nel nord-est della Francia…
13 Ottobre 2007 di Mezzapelle Vito
L’orientamento del mercato verso vini bianchi dotati di maggiore corposità, rotondi e ben tipicizzati, ma nel contempo stabili, ha fornito la spinta verso ricerche applicate che potessero fornire indicazioni utili al raggiungimento di tale obiettivo. La presenza nel vino di polisaccaridi lo rende strutturalmente più completo e stabile nei confronti delle precipitazioni, avendo queste sostanze influenza diretta sugli organi recettori delle sensazioni di rotondità e morbidezza e, nel contempo, funzioni di colloidi protettori. I polisaccaridi del vino hanno origine dalle uve che apportano polisaccaridi acidi, dai lieviti che liberano glucani e mannoproteine e da uve colpite da Botrytis cinerea che può secernere glucani.
11 Ottobre 2007 di Mezzapelle Vito
L’effetto delle macromolecole definite “colloidi protettori” sulla stabilità dei vini é nota da lungo tempo. Negli anni scorsi la tendenza generale è stata piuttosto di eliminare con filtrazioni o chiarificazioni drastiche questi colloidi che limitano l’efficacia dei trattamenti fisici di stabilizzazione. Tra le molecole colloidali alcune hanno per origine l’uva, si tratta di tannini, polisaccaridi pectici, proteine. Altri sono di origine fungina, come i glucani della Botrytis cinerea o le mannoproteine liberate dai lieviti nel corso della fermentazione alcolica o dell’autolisi. Queste ultime presentano proprietà stabilizzanti nei confronti degli intorbidamenti proteici e delle precipitazioni tartariche.
di Mezzapelle Vito
Il vino nuovo si può considerare una soluzione satura di bitartrato di potassio (KHT) e tartrato neutro di calcio (CaT). Questi sali, però, hanno tendenza a precipitare lentamente, già nel corso della fermentazione, man mano che aumenta il tenore in alcool e che la temperatura si abbassa: il vino contiene il 50 % dell’acido tartarico del mosto. La solubilità dei tartrati, infatti, diminuisce con l’incremento del grado alcolico.
5 Ottobre 2007 di Mezzapelle Vito
Nonostante l’innegabile maggior cura di questi ultimi anni nel seguire la vinificazione, l’arresto di fermentazione è ancora un fenomeno piuttosto diffuso anche se, per fortuna, quantitativamente limitato. Caratteristica principale dell’arresto di fermentazione sembra essere la sua casualità, perchè viene osservato in mosti provenienti da diversi vitigni (alcuni sembrano però più sensibili al fenomeno), in regioni a clima del tutto diverso e in differenti condizioni operative
27 Settembre 2007 di Mezzapelle Vito
di Mezzapelle Vito
Per prima cosa diciamo che la legislazione italiana vieta di ricavare il vino rosato dal taglio di vini bianchi con vini rossi. Le uve più adatte sono quelle di poco colore, non acerbe, né molto zuccherine, a buccia non tannica.
La tecnica per ottenere dei rosati consiste nel far fermentare le uve quasi “in bianco”, nel caso di mosti che già posseggono una buona colorazione alla pigiatura; un’altra tecnica è quella di far fermentare il mosto in presenza delle bucce, fino a colorazione desiderata. Infine, può capitare di effettuare un salasso da un serbatoio in fermentazione con bucce, per ottenere un vino più ricco in polifenoli: questo si effettua sottraendo una aliquota di mosto al fine di aumentare il rapporto bucce-mosto; il mosto, sottratto possiede una certa colorazione rossa, può essere destinato alla produzione di vini rosati.
Fonte: Enol. Vito Mezzapelle
2 Settembre 2007 di Mezzapelle Vito
La vendemmia può essere effettuata manualmente o meccanicamente, con risultati diversi. La vendemmia manuale consiste nel raccogliere i grappoli d’uva uno ad uno, i quali vengono posti in cassette, che risultano essere i contenitori migliori per il trasporto alla cantina, visto che non provocano un eccessivo schiacciamento degli acini e di conseguenza ne determina una migliore qualità del vino ottenuto. La vendemmia meccanica presenta qualche problema, anche si ottiene una drastica diminuzione dei tempi di raccolta, e una diminuzione di impiego di manodopera.