27 Novembre 2007 di Mezzapelle Vito
È una forma di allevamento a potatura mista, presente in Italia da tempi ormai remoti, anche se chi per primo lo teorizzò fu un viticoltore francese verso la metà del XIX secolo. Il Guyot è, nella sua forma classica, un sistema a ridotta espansione; si presta ai terreni di scarsa fertilità e più siccitosi di collina, dove la vite presenta, nella generalità dei casi, uno sviluppo contenuto.
Normalmente la pianta ha un tronco di 30-100cm di altezza, sul quale è inserito un capo a frutto di 6-10 gemme, che viene piegato orizzontalmente in direzione del filare, e uno sperone di 1-2 gemme, che ha lo scopo di dare i rinnovi per l’anno seguente.
Questo sistema esige un impalcatura costituita da pali alti meno di 2 m fuori terra, distanti sulla fila 5-6 m, e da almeno 3 fili di ferro, da tendersi il primo all’altezza del capo a frutto, cioè intorno ai 60-70 cm da terra, gli altri posti al di sopra e fra loro equidistanti dal primo filo, con il compito di sostenere la vegetazione dell’anno. Dove si adottano Guyot più espansi e le condizioni ambientali e colturali consentono un notevole sviluppo vegetativo, è necessario tendere un 4° filo e realizzare anche spalliere più alte.
Nel Guyot classico i sesti d’impianto sono variabili, potendo andare da 1,2-2,2 m tra i filari e 0,80-1,5 m sulla fila, in dipendenza della vigoria, della combinazione vitigno-portainnesto e della fertilità del terreno. Nei Guyot modificati le distanze sono ben maggiori, potendo arrivare in alcuni casi a 2,5-3,00 m. la densità d’impianto varia normalmente dai 2800 agli 8000 ceppi per ettaro. Tuttavia nei Guyot modificati si riducono purtroppo anche a 1500 ceppi per ettaro. La carica di gemme si aggira sulle 50-80000 gemme per ettaro.
La potatura di allevamento consiste nell'allevare in tralcio, che costituisce il prolungamento del tronco, spuntandolo annualmente fino a raggiungere l'altezza voluta del fusto. questo può essere fatto in 2-3 anni. Fra i tralci che si originano se ne scelgono due, di cui uno viene piegato lungo il filo per formare il tralcio fruttifero, mentre l'altro, di regola il più basso, viene speronato a 1-2 gemme.
La potatura di produzione consiste nel mantenere un capo a frutto per la produzione e uno sperone per il rinnovo. In pratica l’operazione viene praticata nel seguente modo: si esegue il cosiddetto taglio del passato asportando il capo a frutto che ha prodotto l’anno precedente; con il taglio del presente si sceglie uno dei due tralci che si sono sviluppati dallo sperone (è consigliabile prendere quello superiore), si pota a 5-8 gemme e si lega sul filo più basso. Il tralcio inserito più basso sullo sperone viene tagliato a due gemme (taglio del futuro), da cui si svilupperanno i tralci del rinnovo per la produzione futura. Si cerca di mantenere la l’altezza del tronco a livello del 1° filo, ma spesso si assiste, nel corso degli anni, al suo progressivo allungamento, con perdita di spazio produttivo; in questi casi è possibile abbassarlo utilizzando secchioni sviluppati in basso da gemme latenti. Le varianti del Guyot sono numerosissime ed alcune posson essere considerate forme di allevamento autonome.Si ricorda il Guyot doppio e il Guyot doppio sovrapposto, il quale presenta due capi frutto piegati in senso opposto o piegati nello stesso senso e sovrapposti. (Fonte: Viticoltura di Qualità di Mario Fregoni).
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